Storia
L’India è stata per gran parte della sua storia, un paese profondamente frammentato e continuamente esposto all’invasione e all’occupazione di popoli stranieri. Essa fu in ampia misura unificata negli Imperi dei Maurya e dei Gupta. Cadde quindi sotto il dominio britannico a partire dalla seconda metà del diciottesimo secolo e raggiunse l’indipendenza del 1947 sotto il governo di Gandhi. Da allora è un Paese segnato da profonde contraddizioni e da laceranti tensioni, ma, nonostante la sua perdurante arretratezza, sembra ormai proiettato verso un’epoca di intenso sviluppo.
Gandhi
Maturò il nazionalismo indiano, che ebbe il suo principale punto di riferimento nel Partito del Congresso fondato nel 1885. Su di esso, però, pesarono le divisioni tra gli indù e i musulmani, che nel 1906 si diedero una propria organizzazione politica con la creazione della Lega musulmana. Nel 1914 l’india partecipò con la Gran Bretagna alla Prima Guerra Mondiale. Proprio in quegli anni emerse la più grande figura del nazionalismo indiano, Mohandas Gandhi. Egli divenne il leader del Congresso, riuscì a legare indù e musulmani nella prospettiva dell’indipendenza e contrappose ai metodi terroristici delle frange più radicali del movimento nazionalista, il ricorso a forme di lotta ispirate ai principi della non violenza. Col passare degli anni però, ripresero a crescere i contrasti tra indù e musulmani, e iniziò a farsi strada l’idea di dividere in futuro il paese secondo linee religiose e confessionali. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale diede la spinta finale alla lotta per l’indipendenza, che fu infine concessa dalla Gran Bretagna nel 1947. Il Paese fu quindi diviso in due Stati: l’Unione Indiana, a maggioranza indù, e il Pakistan, a maggioranza musulmana. In questo quadro Gandhi fu assassinato il 30 gennaio 1948 da un nazionalista indù che si opponeva alla sua politica di conciliazione tra le due comunità.
L'India oggi
Dopo le elezioni del 1996, iniziò una fase di instabilità politica dominata dalla destra induista moderata. Seguì, nel, 1998, l’ascesa al potere del partito nazionalista e integralista indù Bharatiya janata party. Dopo una nuova vittoria del Congresso alle elezioni del 2004, divenne primo ministro Sonia Gandhi. Contestata per le sue origini italiane, Sonia rassegnò subito le dimissioni e le subentrò Manmohan Singh. Sotto il suo governo i contrasti con il Pakistan hanno iniziato a stemperarsi in seguito a un importante accordo siglato dai due paesi nel 2005. Negli ultimi anni, nonostante il permanere di enormi sacche di arretratezza, l’India ha conosciuto un assai rilevante sviluppo nei settori delle tecnologie più avanzate, dell’informatica e delle comunicazioni.
Cultura
Il Paese è influenzato dalle nuove culture, ma riesce a mantenere le sue antiche tradizioni, assorbendo nel frattempo usi e costumi portati da altri popoli e immigrati, diffondendo la loro influenza culturale.
Architettura
Particolari sono i monumenti e gli altri esempi di architettura in India. Classico esempio è il Taj Mahal, che si compone di antiche tradizioni locali mischiato a idee provenienti da altri popoli.
Teatro
Il teatro in India incorpora elementi musicali e di danza, con dialoghi sia improvvisati che scritti. Le basi del teatro indiano le possiamo trovare nella mitologia induista e nei romanzi medievali.
Musica e danze
La musica indiana è un’importante componente che copre una vasta gamma di tradizioni e stili regionali. La musica classica comprende due generi: al nord la musica industani e al sud la musica carnatica. Per quanto riguarda la danza indiana, tra le tipiche danze folcloristiche troviamo il Bhangra, il Bihu, il Chhau e il Ghoomar.